A novembre di questo 2014 non festeggerò l’ennesimo anniversario nella mia bella Venezia, questo novembre sarà vita nuova, nuova città. Son arrivata qui a fine del 1997, curiosa e un po’ triste nel lasciar casa e gli amici… ora è lo stesso, curiosa ma triste di lasciar la casetta sui tetti e gli amici, anche se il cuore resterà qui col mio lavoro e quindi è un cambio meno radicale da qualche punto di vista.
La mattina non passeggerò tra le calli ma ci arriverò poi col treno che diventerà mio amico (…) la mia arte, i musei, i colori mi aspetteranno non svaniranno senza salutarmi, lo so.
Questa è l’ultima settimana di vita veneziana, chi lo sa, magari è l’ultima di questa fase di vita e ce ne sarà un’altra più avanti, per ora però, senza illusioni so che le scatole vanno chiuse, gli abiti che non uso regalati, le mille cosine raccolte in questi anni donate ai bimbi, qualche libro lasciato in ufficio… e lunedi si parte e si va perchè di la del ponte ci sei tu ed è con te che inizierò una nuova vita e questo è bello.
Fa sempre paura cambiare tutto, ci si sente soli solo perchè si lasciano tutte le sicurezze, tutte le ovvietà, tutti i punti fissi e quelli cardinali, si lasciano i propri tempi, i propri modi di fare e di rilassarsi. Io non conosco il pendolarismo, non prendetemi per snob, non lo sono, solo avevo deciso di vivere nella città dove studiavo prima e dove lavoro adesso. La città più fragile e bellissima e a portata di uomo di tutti. La città bella e per questo maltrattata e non curata, tanto non serve nell’eternità di un tramonto in Laguna… Venezia ti lascio per amore, so che mi capirai.
Carlo Goldoni lasciandoti scrisse “Una delle ultime sere di carnevale” io riesco solo a scrivere due righe una sera di ottobre, senza senso, perchè le parole non tremano come la voce, ma il sentimento è quello, anche se so che nessuno potrà portarmi via i miei ricordi, le mie felicità, i miei momenti magici.
Dante parla della mia nuova città nel Paradiso e la cita “dove Sile e Cagnan s’accompagna” (Paradiso, IX, 49).
Io spero non sarà troppo dura e che verrò accolta nonostante il mio essere sia buffo e forse anti convenzionale, nonostante sia abituata ad uscire esattamente come sto in casa se mi occorre qualcosa senza badarci troppo, alla mia veneranda età è complicato cambiare ma se ci rispettiamo, mia cara nuova città, ci stimeremo. Lo so.
E poi a differenza dell’altra volta, stavolta non sono sola, ci sei tu e la piccola Ella e una piccola grandissima novità che vi racconterò… a tempo debito.
Un’emozione alla volta
Vostra I.