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Posts Tagged ‘paranoie’

Quante cose sono successe in questi mesi, cose piccole e grandi, emozioni che al solito è difficile raccontare ma che tra alti e bassi hanno riportato quella sorta di equilibrio che mi fa andare avanti e dormire un po’ più spesso.

Laguna Nord di Venezia

Venezia, Laguna Nord

Pensavo, tra me e me, dopo aver fatto un esperimento culinario parzialmente riuscito bene (riso pilaf alla turca un po’ sciapo con zucchine, porro e salsa di soja) e aver quasi finito la mia presentazione per la conferenza su Tàpies di martedì, pensavo insomma, abbiamo davvero bisogno della sincerità? Mi spiego, la sincerità è importante e sicuramente base per ogni relazione, famigliare, amorosa o amicale che si voglia, ma tutta tutta la sincerità del mondo è davvero strettamente necessaria? Forse abbiamo solo bisogno di crearci dei punti cardinali da seguire per non sentirci in balia della vita, dei giorni, delle notti.

Ma ci importa veramente sapere cosa pensa la gente di noi? Vogliamo davvero sapere dove si sta andando? Non è più facile (e sicuramente meno profondo) andare avanti e vedere come va? Sapere che c’è uno scoglio od un iceberg a mille miglia da noi ci farà evitare la collisione? Oppure ci andremo addosso consapevoli? Io, consapevole o no, vado dritta per la mia strada, e con la sincerità che devo al mio cuore, so che sto seguendo la via giusta. Se si rivelerà sbagliata ne pagherò le conseguenze e reciterò come un mantra buddhista il mea culpa tra una tazza di the e un milione di biscotti per saturare tutte le mancanze.

Per sincerità non intendo certo inneggiare la menzogna, sia mai, non c’è peggior cosa della bugia, ma intendo quel bisogno ossessivo e sbagliato del voler sapere cosa si pensa in ogni momento, quel perfido sentimento che esce da noi subdolo, silente e che tende a farci tirare l’orecchio per scoprire qualcosa che in fondo significato non ha. La sincerità sta negli occhi di chi ti parla, o la vedi o non c’è, non può celarsi nè essere timidamente confusa per altro.

Ieri grazie ad una iniziativa bellissima abbiamo scoperto vie d’acqua che non conoscevamo bene, attraversare le barene e vedere Ammiana, la Cura, Costanziaco, gli aironi, le bricole, Torcello, il campanile storto di Buranoi canali navigabili e quelli no, Mazzorbetto, le bacche di rosa canina a Sant’Erasmo.

Quella è sincerità, una sincerità bella perchè senza domande nè risposte, una giornata bellissima col mio amore e la mia amica del cuore.

E le stelle stanno a guardare…

Vostra I.

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Stasera volevo raccontarvi delle vacanze, della mollezza che ci accarezza quando possiamo andare a dormire tranquilli senza ansie lavorative, della pelle abbronzata e del mare, mio grande amore e senza il quale non potrei stare… ma ahimè la mia mamma è stata male e a sessanta chilometri di distanza da quel pronto soccorso dov’è ora io non so a che pensare oltre che a lei.

Non so pensare a nulla che non sia questo incubo che ritorna, che non sia il dolore e la speranza che passi presto e che possa andare a casa e riposarsi sul suo letto nella nostra casa.

La vedo indifesa come questo inverno e vorrei saper fare qualcosa per fare una magia cancellare tutto e ritornare a vivere senza incubi nè preoccupazioni. E le mie vacanze sembrano così piccole adesso e così sciocco pensare che mi sono riposata e divertita perchè non so pensare ad altro che a quel ospedale.

L’uomo delle conchiglie invece, solo con la sua barca e le sue bellissime conchiglie porta un momento di meraviglia a tutti i passanti e poi va, scorre leggero lungo il litorale mostrando la sua mercanzia come un novello mercante di stupefacenti forme e colori.

Ancora oggi le metto all’orecchio e sento il mare. Il mare che mi calma e che mi cura, che mi fa sentire a casa, dove vorrei essere ora.

M’affaccio alla finestra, e vedo il mare:
vanno le stelle, tremolano l’onde.
Vedo stelle passare, onde passare:
un guizzo chiama, un palpito risponde.

Ecco sospira l’acqua, alita il vento:
sul mare è apparso un bel ponte d’argento.

Ponte gettato sui laghi sereni,
per chi dunque sei fatto e dove meni?

 

Giovanni Pascoli, Il Mare, 1891

Vostra I.

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peanuts

 

Questo periodo continua ad essere tempestoso e pieno di incertezze e come scrisse il buon Bukowski il problema delle persone intelligenti è che sono piene di dubbi. Ecco io non so se sono una persona definibile come intelligente, modestia a parte sono sicuramente piena di dubbi, incertezze e ansie.

Credo sia normale essere preoccupati per la propria famiglia, ma da un certo punto di vista mi rendo conto che le preoccupazioni che avevo fino a poco tempo fa, quelle preoccupazioni da ragazza che sta vivendo a morsi la propria vita, sono così piccoline e risolvibili ora, che le posso accantonare per pensare ogni attimo a chi, adesso, non è qui accanto a me, ma a qualche km di distanza.

La mia famiglia non è composta da migliaia di persone, è piccolina e per questo la sento più fragile, perché così mi sento io, incapace di usare la bacchetta magica per mettere tutto apposto, per smettere di soffrire e sapere che stanno bene tutti.

E se di giorno la testa è occupata al lavoro, è occupata a organizzare, gestire, ottimizzare energie , e soddisfare tutti, la notte arriva e col buio, dopo la buonanotte, fanno capolino i pensieri, le paure, e le gambe tremano sotto il piumone, e le lacrime scendono perché non ci sono parole buone per far passare i momentacci…

Allora ho pensato che stasera mi devo stancare tantissimo, leggerò, guarderò un film, parlerò al telefono e non mi sentirò sola, così una volta a letto penserò solo a mettere la testa sul cuscino e a dormire, finalmente, dopo un mese di insonnia indotta dalla testa che va troppo veloce, io dormirò.  Vorrei fare una di quelle dormite colossali, da dodici ore, di quelle dormite che facevo fino a poco tempo fa, quelle nelle quali si è un tutt’uno col letto, e ci si sveglia pensando beh quasi quasi resto altri dieci minuti nel letto!

Per ora scrivo su questo mio blog che, in questo periodo destabilizzante, ho lasciato, come dei fogli sparsi, nel cassetto della mia scrivania, e mi rileggerò i vostri commenti, le mie parole, le canzoni che spesso fanno da sottofondo a ciò che scrivo (se youtube lo permette visto che molte sono state tolte, sigh) e lo sfoglio, come fosse un album di ricordi, perché infondo è questo che rappresenta per me.

Vostra insonne e spero presto di nuovo felice

I.

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[qui-squì-lia]
o quisquiglia
s.f. (pl. -lie)
Inezia, bazzecola, cosa da nulla o da poco.

Isola di Burano

Isola di Burano

Pensavo, qui sul divanetto nella mia microcucina, che infondo il mio blog non è inseribile in qualche lista come la cucina, il cucito, il decoupage o l’arte, può rientrare nel più vasto oceano dei blog di “formazione” ossia quello che erano i romanzi del Novecento, una semplice eppur complessa accozzaglia di pensieri, passioni e idee.

Può bastare per farsi leggere? Si deve puntare a qualcosa che definisca una linea oppure generalizzare per non dispiacere a nessuno?

Io, francamente non lo so, e sinceramente non m’importa una linea, non cerco un tema per poi fossilizzarmi se non so che dire, alla fine questo mio spazio è come il tavolo di questa microcucina, è una chiacchiera senza pretese, o forse si, ma pur sempre un luogo dove si “parla” e come ben si sa, quando parte il momento chi si ferma più, non ci sono percorsi ma incroci, salite e discese, tornanti e prati verdi e soffici.

Sorridevo, curiosando qui e li nel mondo della scrittura web, nel constatare quanto la nostra amata Carrie Bradshow abbia influito sul binomio amore-scrittura e su quanto sia fashion andarsene in giro in Manolo Blanik a fare foto sfocate con un fiammante iphone in luoghi straordinari e stravaganti. Pensavo a quanto sia <in> scrivere parole chiave in inglese/francese per poi cadere in ovvietà stratosferiche, a poco serve, credo, creare un’impalcatura da grattacielo di Manhattan se poi ci si dimentica di mettere almeno una dozzina di stuzzicadenti come impalcatura!

Non so, non capisco. Ma chi vende aria fritta la venderà per sempre? C’è sempre bisogno di qualcuno che sorridendo ci riempia la testa di bolle di sapone saturandoci i pensieri?

Ecco vedete come va? Io mi perdo e scrivo, scrivo e scrivo, potrei andare avanti ancora per ore e pagine, ma non lo farò, troppe domande senza risposte, ma infondo ci sono risposte sempre pronte per tutto?

No, credo di no… Ma ci siamo noi e le nostre quisquilie…

Vostra I.

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